Foti: non so se vado ma i conti li ho fatti

VERSO IL 25 APRILE LA DESTRA ASSENTE

Per Fratelli d’Italia è il primo 25 Aprile da partito leader e di governo. “Libertà” ha chiesto agli esponenti piacentini se parteciperanno o no. Il deputato Foti: « I conti con i totalitarismi li ho fatti. Non so se andrò o no».

Il deputato: «I conti con i totalitarismi li ho già fatti. Anche gli altri?». Domeneghetti: «Non mi va di andare dove ci sono bandiere rosse»

Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, dice di non aver ancora deciso se parteciperà alle celebrazioni del 25 Aprile. Per la verità, non andò neppure quando era vicesindaco del Comune (giunta Guidotti 1998-2002). «Guardi, io i conti con i totalitarismi li ho fatti da un pezzo» dichiara a Libertà.

Poi aggiunge: «Tutti i totalitarismi: nazismo, fascismo e comunismo. Ma forse è una parte di chi oggi festeggia il 25 Aprile a non aver ancora fatto bene quei conti. E dunque se devo andare a un corteo per essere fischiato o insultato, allora dico: no grazie».

Il deputato tuttavia lascia nell’incertezza la sua scelta su cosa farà martedì prossimo. Che la festa della Liberazione sia guardata a distanza dalla destra italiana è risaputo.

E’ così da sempre. E non influenzano tale approccio nemmeno le mutate condizioni dell’assetto istituzionale del Paese: e cioè FdI primo partito e il Paese guidato dalla sua leader Giorgia Meloni.

La voglia di parlare dell’argomento da parte degli esponenti piacentini di FdI è poca, a dire il vero. Chi ricopre ruoli istituzionali, come il sindaco di Alta Valtidone Franco Albertini, spiega che celebrerà la ricorrenza del 25 Aprile «né più e né meno come è sempre stato fatto.

Nel caso del mio comune con la deposizione di una corona di fiori sui monumenti dei caduti.

Da quando sono sindaco ho sempre fatto così: per me è una festa come quella del 2 giugno e quella del 4 novembre». Sulla stessa lunghezza d’onda Giancarlo Tagliaferri, ora consigliere regionale e in passato sindaco di San Giorgio: «Se non avrò altri impegni parteciperò, così come ho fatto l’anno scorso».

Nel 2022 Tagliaferri era infatti sul palco allestito in piazza Cavalli quando a parlare era stata una sindaca di centrodestra, Patrizia Barbieri. «Quando ero sindaco ho sempre partecipato alle celebrazioni» ribadisce.

Più loquace appare Nicola Domeneghetti, consigliere comunale: « Non ho alcuna difficoltà a riconoscere la data del 25 Aprile come un ritorno alla libertà intesa nella sua più ampia accezione.

Vi fu, tuttavia, chi aveva un obiettivo diverso: quello di sostituire ad una dittatura un’altra di colore opposto. A tacere di un filone di pensiero che vuole attribuire il merito della caduta della dittatura solo alla resistenza comunista».

Domeneghetti annuncia anche che oggi presenzierà alla scopertura della pietra d’inciampo di Francesco Daveri. « Non sarò, invece presente alla manifestazione in piazza, non vedendo il nesso tra una festa che ricorda il ritorno alla libertà e il tradizionale sventolio di bandiere rosse, anziché tricolori».

Più netto Foti, capogruppo di FdI alla Camera e leader indiscusso della destra piacentina da quasi trent’anni. « Non cambio idea rispetto alle valutazioni già fatte su tutti i totalitarismi, anche con un intervento alla Camera di qualche tempo fa.

E non cambia l’idea di FdI rispetto al voto fatto al Parlamento Europeo nel 2019 quando vi fu un’espressione corale contro ogni totalitarismo a prescindere da qualsiasi ideologia, nazismo, fascismo e comunismo».

« Però – aggiunge – non dobbiamo nemmeno confondere livelli differenti. Vedo ogni anno in tv a Milano che quando passa la brigata ebraica uno stuolo di “democratici”, per i quali evidentemente i totalitarismi erano solo un problema di ideologia, fischiano la brigata e bruciano le bandiere di Israele.

Se devo andare al corteo per essere fischiato dall’inizio alla fine faccio un regalo agli urlatori. Gli risparmio volentieri l’esibizione. Pensate che anni fa uno degli slogan che andava per la maggiore era Foti alterato con epiteti che vanno da piazzale Loreto ad altro».

Foti spiega che da FdI «non c’è mai stato alcun diniego a partecipare alle celebrazioni. Vanno rispettate tutte le sensibilità». E aggiunge: «Una parte di quelli che festeggiano il 25 Aprile non hanno fatto i conti con tutti i totalitarismi.

Il retropensiero di alcuni è questo: abbiamo abbattuto il fascismo e ora dobbiamo ristabilire l’ideologia giusta, cosa sia la libertà lo decidiamo noi. Io sento il 25 Aprile una data di tutti gli italiani, ma se devo essere considerato un corpo estraneo, no grazie.

Purtroppo per una memoria condivisa manca ancora tempo, perché mi sembra che la sinistra la celebri come una sua festa e se la voglia tenere».