Irpef, la maggioranza: «Aumento necessario». L’opposizione: «Una mazzata»

di Filippo Mulazzi
Il centrodestra: «In sette mesi fatto nulla». ApP: «Non è un provvedimento di sinistra». Critiche anche per l’annuncio sui social: «Si discute qua». Il sindaco tira dritto: «Voglio disintermediare, così come proseguirò con i “caffè”»
L’aumento dell’addizionale Irpef – «per non tagliare servizi» – scatena il dibattito in Consiglio comunale. Maggioranza che fa quadrato attorno all’annuncio del sindaco Katia Tarasconi, espresso su Instagram e poi su Facebook nella serata di sabato sera.
Centrodestra e Alternativa per Piacenza critici sia nei confronti della comunicazione, sia per il provvedimento, ancora in fase di studio da parte della Giunta. Nella seduta del 6 febbraio il tema ha tenuto banco per almeno due ore.
LA MAGGIORANZA APPOGGIA LA PROPOSTA
«Provvedimento – ha ammesso Andrea Fossati, capogruppo Pd – che non abbiamo preso a cuor leggero. A nessun cittadino piace sentirsi toccare il portafoglio. Ma non taglieremo servizi: la decisione andava forse presa tempo fa, per mettere in sesto la macchina comunale.
Senza questo provvedimento rischiamo di perdere i treni del Pnrr. Non sarebbe stato un peccato di lesa maestà aumentare l’Irpef nel mandato scorso, ma Barbieri preferì vendere le quote Iren, una scelta più comoda».
È una «decisione non facile» anche per Matteo Anelli (Pc Coraggiosa). «Anch’io al posto della minoranza chiederei spiegazioni, è la politica. Ma l’aumento è necessario, i 5 euro in più non cambieranno le sorti economiche delle famiglie del ceto medio. La politica è aiutare gli ultimi e la Giunta potrà cambiare il volto della città».
«Il centrodestra vendette i gioielli di famiglia – ha ribadito Gianluca Ceccarelli (Pc Oltre) – le quote Iren. Due milioni e 600mila euro annullarono l’aumento già deciso dalla Giunta Dosi. Quello fu un provvedimento “tombale”, che ci ha fatto perdere il tesoretto dei dividendi di quelle quote.
La nostra è una manovra impopolare ma coraggiosa, dopo le politiche miopi degli anni scorsi». «Il sindaco – ha preso la parola anche Claudia Gnocchi (Civica Tarasconi) – ha anticipato quanto stiamo affrontando per il futuro della nostra città.
Il fatto di dover mettere mano all’Irpef non era cosa nuova, era già stata pronosticata in passato. Ci può stare se viene illustrato bene il motivo». «Quando il centrodestra è andato a chiedere ai cittadini cosa pensavano del loro operato – è la stoccata di Sergio Ferri (Pd) – i piacentini hanno detto che non sono stati all’altezza di questa città».
LA MINORANZA ALL’ATTACCO
«La sinistra – è l’intervento di Luca Zandonella (Lega) – ci ha abituato a queste azioni. La Giunta Barbieri aveva stoppato l’aumento deciso dalla Giunta Dosi. Ora, con un copia-incolla, arriviamo alla stessa soluzione, dicendo che è “necessario”.
Noi dimostrammo che era possibile non aumentare le tasse, ogni assessore lavorò per tagliare, a partire da Federica Sgorbati ai servizi sociali. Il gap che ci divide con Parma non si colma mica pareggiando le loro tasse e colpendo il ceto medio.
Noi siamo orgogliosi di non aver aumentato le tasse dei piacentini, voi avete messo le mani nel loro portafoglio, invece che tagliare alle cooperative».
Anche Patrizia Barbieri ha detto la sua. «Venire a conoscenza da Instagram che il sindaco aumenta l’Irpef… Esprimo il mio dissenso sulla forma e sulla sostanza delle dichiarazioni.
Lo “spot” vuole nascondere l’incapacità di gestire la cosa pubblica dell’Amministrazione. Spaventa l’assenza di una visione e la superficialità. Dopo sette mesi di Giunta non è stato prodotto un atto vostro. Noi abbiamo fatto risparmiare 12 milioni di euro ai piacentini, voi subito a riprenderli».
«Noi risolvemmo i problemi – è il ricordo di Federica Sgorbati (Civica Barbieri) – facendo passare tutti i capitoli di bilancio. L’unica strategia di questa Giunta è quella di mettere le mani in tasca ai piacentini, mentre regalate l’abbonamento del bus agli anziani. E poi il sindaco dice “che ci mette la faccia” in un Reel su Instagram?».
«Amministrazione arrogante – è l’affondo di Sara Soresi (capogruppo Fd’I) – che va per la sua strada. Il Comune non è un’azienda a conduzione familiare ma viene gestito come tale, mi riferisco anche al coinvolgimento del ristorante Twin Fish».
«Si parla di 4 o 5 milioni di euro di introiti – ha alzato il tiro Nicola Domeneghetti (Fd’I) -, il doppio dei soldi che voleva incassare la Giunta Dosi. Una vera e propria mazzata. In un mandato sono 20-25 milioni di euro. O avete problemi nel gestire le finanze, o avete in mente altri interventi demagogici come il bus gratuito».
«Colpisce i redditi medio-bassi – è la considerazione di Luigi Rabuffi (ApP) – se questo è un provvedimento di sinistra “io sono una bella bionda”. Scelta difficile da accettare in un momento così duro, che ha il costo della vita tra i primi dieci d’Italia».
Per ApP è criticabile anche la modalità dell’annuncio. «C’è sofferenza verso le regole, arroganza. Si preferiscono i social ai passaggi formali, calpestando le istituzioni.
Il sindaco si vergogni, la presidente Gazzolo si deve fare garante dei lavori di quest’aula, che si facciano le cose qui e non sui social».
IL SINDACO: «NON ABBIAMO FATTO NULLA? STIAMO CORRENDO LA MARATONA, NON I 100 METRI»
Respinte al mittente le considerazioni sulle modalità comunicative del sindaco, non rinnegate dal primo cittadino. «Siamo nel 2023 – ha detto Katia Tarasconi – se lo ritengo ho diritto di disintermediare l’informazione con il cittadino.
Il provvedimento viene discusso e votato in aula, ma ho dato alcune informazioni ai piacentini. Continuerò a spiegare sui canali social, a organizzare i “caffè”, continuerò ad andare nei bar. Perché voglio spiegare ai cittadini».
Il sindaco ha contestato l’affermazione di Zandonella sulle cooperative: «Non è una cosa bella quella che è stata detta». Rispondendo all’ex sindaco Barbieri che le contestava i pochi provvedimenti assunti in sette mesi, Tarasconi ha affermato che «questa è una maratona, non i cento metri».
Il sindaco ha poi estratto un articolo de IlPiacenza.it del gennaio 2020, che riportava alcune affermazioni dell’allora assessore al bilancio Paolo Passoni.
«Disse che in futuro sarebbe stato necessario l’aumento delle tariffe per questo ente. Poi è arrivato il Covid, con i suoi fondi extra. In seguito l’inflazione, il rincaro delle materie prime e dei costi energetici».
Insomma, per la Giunta è tempo di ritoccare verso l’alto le tariffe. Parole mal digerite da Stefano Cugini (ApP).
«Il sindaco non può parlare di disintermediazione. Le cose si dicono qui, è un insulto ai consiglieri». La discussione, quando sarà il momento di affrontare il bilancio, si farà ancora più rovente.